(Kathodik) Con “Live in Japan” abbiamo l’occasione di fare rigoroso chapeau nei riguardi di Tania Chen, perché ne riserva di sorprese questa enfant prodige britannica, pianista e compositrice con una passione smisurata per la musica colta del XX secolo. John Cage, Morton Feldman, Cornelius Cardew si scoprono essere punti di riferimento importanti per tutta la formazione accademica, accostandosi nel tempo a un interesse sempre più viscerale per l’elettronica, al mondo dei suoni non convenzionali acquarellati mediante strumentazioni fai-da-te. Questo cappello non vuole sminuire la bravura di Jon Leidecker, tutt’altro, l’elettro-designer di San Francisco contribuisce notevolmente a contagiare in toto il lavoro con quel peculiare tocco freeform della bay-area (casa Accretions, Ernesto Diaz-Infante,…). Otto parentesi tutte live, come vuole casa eh?records, sub-label della Public Eyesore, dedita solo alla pubblicazione di concerti. Avrete inteso quindi che le matrici originarie di queste improvvisazioni, registrate in giro per il Sol Levante, e principalmente ad Osaka, un po' a Chiba e Tokyo, svelano un’anima densamente elettronica e ben radicata nella pratica compositiva collagista, dove i suoni eterogenei si uniscono tra essi quasi singhiozzando. Minuti cut-up no-sense che tracciano sentieri di elegante lo-fi elettronico, ambendo a tratti astruse vette di abbacinato pop, grazie alle deliranti prove canore della Chen spammate un po' ovunque. Se si può evidenziare uno stato d’animo principale di “Live in Japan” ne troveremo due di caratteri contrastanti, che a turno prendono la scena durante il peregrinare della musica. Una prima anima è più hype e globalista, con suoni più scattanti e anche danzabili, mentre l’altro lato della medaglia cagiona un’indole più accademica e contemporanea, dove ad esempio capita di restare estasiati da campioni di pianoforte a goccia che cadono giù nell’oscurità, venendo coperti da una spruzzata irregolare di suoni metallici (-Chiba). E qui non si può che scomodare la metrica zen di Morton Feldman. Senza dubbi originale. - Sergio Eletto

(Vital Weekly) Eh? Records is an off-shoot of Public Eyesore and the label was created to release tour-only albums for the label boss, Brian Day, but these days is open for others; usually on CDR in small editions. This new release is a tour-only, but albeit a post-tour documentation for a concert trip to Japan by Tania Chen and Jon Leidecker. The latter you may know as Wobbly, even when not very much present in these pages; currently he is also a member of Negativland (interview with him in this month's Perfect Sound Forever ). I don't think I know who Tania Chen is. They both get credit for 'sounds', and how these sounds are made I don't know. Judging by the cover, showing a radio and some toys, and hearing the music, I'd say there is a fair share of circuit bending going on, probably on the toys shown, along with rhythm machines and electronics to further expand on those sounds. Sometimes the party moves into drone land but with a noisy taste for crude elements splattering about. Voice is occasionally used; I assume that's from Chen, but it might be there is a some speak 'n spell toy sounds and dolls on the meltdown. When Chen's sings it adds an element of folk/improvisation to the music, yet in a slightly freaky manner. Pieces were primarily recorded in Osaka (six of them), and make up a more or less continuous play, with the last one being the most coherent (read: less chaotic) one, with a strong on-going rhythm and synth wash. The other two pieces where recorded in Chiba and Tokyo, both of which sound quite improvised; obviously we don't get to hear the rest so I couldn't say if the rhythms of Osaka is an one-off or not. Throughout a most lovely varied disc and fine documentation. (FdW) - Frans De Waard